Nel 1777, durante i lavori di rinforzo delle fondamenta di un edificio donato da Pio VI alle monache Benedettine di S. Maria in Campomarzio, venne alla luce una colonna di marmo di notevoli dimensioni: misurava 11,85 metri d’altezza e aveva un diametro di 1,45 metri.
Anche se il Papa ne ordinò subito l’estrazione, si dovette aspettare quasi un anno prima che i lavori iniziassero: le difficoltà infatti erano molte e fu necessaria un’accurata preparazione. Furono approntati 8 argani, al funzionamento di ciascuno dei quali furono preposte ben 16 persone.
Il 21 maggio 1778 la colonna venne finalmente estratta.
La sistemazione però non fu immediata perché nonostante fossero molti i progetti per il suo riuso, non si arrivò a stabilire una soluzione attuabile. Così la colonna giacque per 77 anni accanto al Palazzo di Montecitorio dove era stata fatta trasportare.
Si arriva così all’8 dicembre 1854: Papa Pio IX proclamò solennemente il dogma dell’Immacolata Concezione, con la Costituzione Apostolica Ineffabilis Deus , esprimendo la volontà di erigere a Roma un monumento che ricordasse l’evento alle generazioni future.
Era quella dunque l’occasione giusta per riutilizzare la colonna romana e fu proprio il papa ad indicare piazza di Spagna come luogo più adatto. I lavori furono finanziati da Ferdinando II Re delle Due Sicilie, come atto simbolico di riconciliazione con la Chiesa e affidati all’architetto Luigi Poletti. La posa della prima pietra avvenne il 6 maggio 1855, con la benedizione del cardinale Giacomo Filippo Franzoni, prefetto di Propaganda Fide.
La colonna fu prima ripulita e poi portata da Piazza Montecitorio fino a Piazza di Spagna avvalendosi di rulli e del lavoro di diversi carcerati. Ma non fu l’unico marmo ad arrivare nell’area del cantiere: furono necessari, infatti, 400 metri cubi di travertino soltanto per le fondamenta e il basamento, per non parlare delle statue e dei bassorilievi che contribuirono a decorarla.
La sera del 18 dicembre 1856 era tutto pronto per la complessa fase dell’innalzamento alla quale parteciparono 200 pompieri. E sempre i pompieri, il 5 agosto 1857, posizionarono sopra la colonna la statua in bronzo della Vergine, realizzata da Giuseppe Obici.
La solenne inaugurazione del monumento avvenne l’8 settembre 1857 alla presenza di Pio IX e per l’occasione, sulla facciata del palazzo dell’Ambasciata di Spagna, l’architetto Antonio Sarti fece installare su enormi colonne un balcone artificiale, destinato ad accogliere proprio il Papa per il rito dell’inaugurazione e della benedizione.
Alla base del monumento sono presenti le statue dei quattro profeti che nella loro vita ebbero modo di parlare della Vergine: Mosè scolpito da Ignazio Iacometti; Isaia, scolpito da Salvatore Revelli da Taggia; Ezechiele, scolpito da Carlo Chelli di Carrara; David, scolpito da Adamo Tadolini di Bologna.
I bassorilievi del basamento, invece, rappresentano l’Annunciazione di Francesco Gianfredi, il Sogno di Giuseppe di Nicola Cantalamessa Papotti, l’Incoronazione di Giovanni Maria Benzoni e la Promulgazione del Dogma dell’Immacolata di Pietro Galli.
Un terzo dell’altezza della colonna è avvolto da una griglia bronzea e in cima, al di sopra del capitello, un cilindro di marmo reca i simboli dei quattro Evangelisti. A loro volta essi sorreggono il globo terrestre e la luna su cui si eleva la statua dell’Immacolata, alta 4 metri e del peso di 70 quintali.
Un tempo c’erano anche 16 colonnette di marmi diversi, unite tra loro con aste di ferro, a proteggere il monumento alla base ma esigenze di traffico e di spazio, ne costrinsero la rimozione.
Fu Pio XII che iniziò per primo ad inviare i fiori in occasione della solennità mariana e l’8 dicembre 1953, giorno dell’apertura dell’Anno Mariano, a recarsi personalmente in piazza di Spagna; dopo di lui, in una consuetudine che dura tuttora, San Giovanni XXIII, il beato Paolo VI, che vi si recò in occasione della solenne chiusura del Concilio Vaticano II, l’8 dicembre 1965; nel periodo della crisi petrolifera, Papa Montini raggiunse Piazza di Spagna in carrozza. San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco hanno continuato a far vivere questa tradizione tanto cara al popolo romano.