Le Memorie di Sergione
Bramosi come sempre di storie di vita vissuta, di passato tramandato ed aneddoti che vanno scomparendo con gli ultimi depositari, ci siamo imbattuti in questo racconto di “Sergione”, che vogliamo regalarvi
assieme ad un corollario di foto non pertinenti per nomi ed epoca, ma che aiutano a capire e compenetrarsi nel racconto. A noi c’è scattata la …..lacrimuccia:
“A Trastevere me ricordo quasi de tutto, c’era la sora Italia, Terzo ‘a abbacchiaro, Dio (proprio Dio), ‘a Boccona, a’ Balena bianca, ‘a carammellara, ‘a contrabbandiera.
Ninetto er carzolaro, er Caciotta, er carbonaro, ‘e Camiciare, er Professore, er brigadiere Spatafora, Giggetto er giornalaro, Renatino Sciattella, Renatino er vòto, Pippo Mazzoni, er Canaletto, Ada ‘a crostona,
Cencio d’a parolaccia, er cementista, Anna ‘a culona, Sergetto, Sergione, er Vichingo, Lorenzo l’oste, Agustarello, Varterino, Franco, Franco er negro, er cicero.
Antonio er norcino, ‘a Cavallara, Peppone er giudìo, er Polenta, er Toscano, Cervellone, Papone, Don Teocle, Don Romolo, Giovannino er sacrestano, Mimma ‘a donna der paroco, Ardo, Ardo er cornettaro, Enzo er Tredicino, Amerìco er barista,
Amerìco er barbiere, Benito er barbiere, Gustavo er meccanico, er Capanna, Sciamanna, Joseph Zef, er Parente, ‘a Tintora, Checco er fruttarolo, er Friggitore, Ester ‘a giudia, ‘a giudiòla, Peppone er giudìo, Claudio, er Ciambella, Lando Fiorini, Cencio d’’a parolaccia, ‘a mobbiliera, er Nasca, Gian Maria Volontè, er sor Arberto, ‘a frattajara, Giacomino ‘o stracciarolo, Lucchetti er gelataro, Valzani er pasticcere,
…Ferri er fornaro, er cromatore, Tito er callarostaro (er fusajaro, l’olivaro, a seconda delle stagioni), Boccastorta, er Faciolo, Ninetto er carzolaro, ‘a Scopettara, Alberto er Watusso, Giggi er marmista, Stefano, Loretta, Emilio er Gricio.
..Giuliana, Franco er Cementista, William Bogart (alias Guglielmo Spoletini, ) er Ciambella, ‘a Cechetta, Armando acquafresca, Ivo er pizzettaro, Armando er carnauba, Stephen Zacharias,
Carlo Quattrucci, er Gobbetto, ‘a Zoppetta, Nicolina, Michelina, Antonietta ‘a sorda, Cazzolino, Sorcadoro, ‘a Cicoriara, er Lepre, er Capanna, er Roscio, Ciondolo er Tassinaro, Mariella, , Stefano Rosso, Cannavòta, Bambù, Teodoro er sarto, er Coloraro, er Vetraro, Rina ‘a pantalonara, ‘a Majerista, Anna ‘a Portiera, ‘a Principessa Orsini….
… solo alcuni degli interpreti, con i loro nomi, quelli veri e quelli d’arte, l’arte di quella vita, che mi hanno accompagnato durante gli anni della mia infanzia e della mia adolescenza.
Sono stati i protagonisti, caratteristi, generici, comparse, special guest, cammei, che ogni mattina per anni hanno messo in scena la loro vita in una straordinaria rappresentazione umana, nei vicoli della mia vita.
Una rappresentazione in cui ho avuto un ruolo, prima inconsapevole, poi timoroso, timido e incerto e poi sempre più cosciente e convinto. Senza questi personaggi protagonisti, ognuno nella sua parte, di una storia collettiva ambientata nei vicoli, nelle piazze, nei luoghi comuni di un’esistenza comune, non sarei me stesso, quello che oggi sono. (Sergione)
Il riferimento spazio–tempo è Trastevere-anni ’50 ’60 e tutto è stato ad esso relativo. In questo spazio e in questo tempo, elementi determinanti, proprio là e in quegli anni si è compiuta la mia formazione, quasi la mia vita.
Partivo per le mie avventure da quella parte di Trastevere, la più bassa, chiusa fra il Gianicolo e il fiume, il Tevere, in un intrico di vicoli e piazzette, dal triangolo perfettamente equilatero di vicolo del Cinque, via della Pelliccia e vicolo del Moro, con al centro Piazza Renzi, alla scoperta di altri mondi e lì ritornavo, sempre, e sempre per un bisogno che sentivo forte di sicurezza e di realtà, ritornavo nel mio mondo, quello che sentivo a me più vicino, a me più simile.
In quei vicoli ho mosso i miei primi passi incerti sui sanpietrini, imparando a cadere, a rialzarmi, a giocae a nascondarella, a buzzico rampichino, ad acchiapparella, a zibidì zibidè, a tappa con le lattine, a trettrè giuggiù, a nizza, a scalinella, a zecchinetta, a pallone, in quel parco-giochi spettacolare, ricco di attrattive, di sorprese, di infinite occasioni di divertimento.
…Nel teatro naturale di Trastevere, muovendomi tra scenari affascinanti con protagonisti straordinari come i miei amici, ho imparato a calcare le scene della vita.
Ho conosciuto la gente senza nome e i personaggi, ho trovato i primi amici quelli che rimarranno per tutta la vita, ho imparato insieme a loro ad ascoltare e ad osservare, a dire le mie opinioni, a confrontare le idee, a conoscere i pericoli, ad affrontarli e ad evitarli, a rincorrere le gioie, a sopportare i dolori.
Ogni mattina, come seguendo un “ciak, si gira”, la gente scendeva nei vicoli, nelle piazzette e dava inizio alle scene di quel giorno. E così tutti i giorni concorrevamo tutti alla realizzazione corale di scene di vita.
Scendevamo in strada e svolgevamo, interpretando noi stessi, il nostro ruolo, quello assegnatoci dal destino che ci aveva fatto nascere lì in quel tempo.
Venivo svegliato dai vetri delle finestre, che vibravano, al passaggio veloce sui sanpietrini delle carrozze a cavallo, le carozzelle guidate dai vetturini, che, uscite dalle stalle di vicolo del Cedro, raggiungevano i posteggi del centro.
Poi mi arrivavano i rumori delle aperture dei negozi e delle botteghe artigiane; i primi ad aprire erano i vini e olio, perché qualcuno che beveva si trovava a tutte le ore, i forni e le pizzicherie, dove si compravano le ciriolette per preparare per il pranzo dei lavoratori e la colazione dei ragazzini da portare a scuola.
Più tardi, aprivano le botteghe artigiane, che erano tante a Trastevere, i negozi, le osterie e le trattorie.
.Insieme ai rumori delle saracinesche i vicoli si riempivano man mano di voci, di saluti, di richiami: dei negozianti, dei monnezzari e degli scopini, delle donne che aprivano le finestre e iniziavano le faccende di casa, degli artigiani e degli operai.
Quando uscivo di casa i vicoli erano già popolati. Nella bella stagione qualche anziano già aveva portato la sedia in strada e, seduto, scambiava qualche chiacchiera, salutava chi passava, oppure soltanto si guardava intorno fumando e commentando fra sé e sé.
Gli artigiani e gli operai discutevano fra loro di calcio o di politica, fuori dalle botteghe, prima di iniziare il lavoro.
Più tardi, in strada si univano le donne, che uscivano per fare la spesa o per altre faccende: aumentava così il sottofondo di voci, la vivacità dei suoni, la varietà delle espressioni.
Le voci poi si fondevano con i rumori delle lavorazioni delle botteghe, i colpi di martello del fabbro sull’incudine, del falegname sul legno, dello stagnaro sulla latta; lo stridìo delle seghe, dei trapani, dei torni e delle frese, delle mole dei vetrai.
Tra emozione e tanto amore una lacrimuccia solca il mio viso nel rivedere Nonna Tullia …..la mia nonna Trasteverina
verace
Massimo se hai foto o racconti….mandaceli a rione13@live.it
La principessa orsini……ho avuto la fortuna di vivere in quel palazzo a sant’ egidio n. 7 dall’età di 9 anni fino ai 30 e rivedere queste foto mi ha emozionato molto, gli anni sono trascorsi sereni e sono impressi nel mio cuore vi seguiro’ con piacere Amalia
Amalia, che piacere poter leggere qualcosa di tuo. Ti ricordo,insieme ai tuoi, con immenso affetto.
grazi per farci rivivere i nostri ricordi bellissimi tempi
la mia trastevere meravigliosa
questa è l’epoca mia in trastevere se conoscevamo tutti e tutti li ricordo su questa meravigliosa pagina amarcord..me commovo ma felice de essece nato e cresscito a trastevere …
Massimo, sei stato bravissimo nel trasmettere i tuoi ricordi della Nostra Trastevere vera e vissuta da tanti di noi Trasteverini veraci come te . Tu sei cresciuto nella Trastevere piu’vecchia chiusa tra il Gianicolo e il Nostro Tevere. Io sono cresciuto nella Nostra Trastevere nella Piazza di San Cosimato che io considero la piu’ bella di Trastevere come era con il suo bellissimo mercato. Nel prossimo futuro spero di eguagliare il tuo racconto con i miei ricordi di questa Piazza che e’ stata per me come un grande Circo. Massimo: Grazie per i bei ricordi che hai trsmesso a tutti noi.
Quanti ricordi ! Battezzato a S. FRancesco a Ripa Asilo a S.Rufina elementari e medie al Mastai. Ad ottant’anni mi avete procurato un po’di tristezza ma anche tanta gioia .Grazie grazie
trastevere er core de roma..diceva bene la canzone..qui se vonno venne tutto pure er sole e l’aria fresca. e se la so vennuta davvero piu’ passa er tempo e meno ROMANI ma la storia nun se cancella tvb ROMA
Salve sono cuccu Carlo mio nonno materno si chiamava Giulio casa e suo padre Giovannino , nati e cresciuti a Trastevere ma ignoro la via . Mi dissero che il mio bisnonno era nobile e era una sorta di bullo o addirittura Er più ma di questo non sono certo. Fu ucciso a Trastevere con tante coltellate e le persone di Trastevere volevano fare una targa in memoria ma la famiglia non volle. Ora chiedo come potrei fare per sapere qualcosa in più ? Grazie