Statue Curiose ed Itineranti
…Statue; Roma ne è piena, tra grandi e piccole, famose o meno. Ci piace narrarvi gli aneddoti de L’angelo Puntello a S.Andrea della Valle e con l’occasione, accennare alle Statue curiose ed itineranti che nei limitrofi sono una costante. Ce ne sono di storie ed aneddoti da raccontare e stranamente, in una strada con poca storia; quel Corso Vittorio Emanuele II. Esso fu concepito dai neo reggenti Savoia, ispirati ai Boulevard Parigini al pari di via Cavour e Viale Trastevere (ai tempi Viale del Re…).
Il Contesto
Nelle foto successive, Corso vittorio all’altezza di piazza della chiesa nuova ; prima e durante gli sventramenti del 1884 .
La strada era stata immaginata per creare un collegamento rapido fra il centro monumentale e amministrativo della città (via del Corso e adiacenze) e i nuovi quartieri borghesi in costruzione, allora, oltre Tevere sui Prati di Castello.
Tagliando, con un percorso pressoché rettilineo, gli antichi rioni annidati nell’ansa del fiume. Molti vicoli e reticolato urbano fatto di case stratificate nei secoli, sono stati impietosamente rasi al suolo.
Certo il traffico oggi sarebbe stato impossibile senza questa arteria, ma la Roma ante unità italiana era tutta altra cosa come potete dedurre da le prossime immagini.
Tutto ha dunque inizio a fine 800. Erano anni in cui la febbre del nuovo ed i palazzinari Savoia, desiderosi di ripianare i loro debito con demolizioni e ricostruzioni, fecero scempio del tessuto urbano stratificato in vicoli e piazzette, nei tracciati suddetti.
Comunque della strada in se e degli interventi demolitivi ne parleremo più approfondito, in un post successivo.
Welcome to Rome
Proprio in questo grande viale, dalle ceneri dell’ex cinema Augustus, oggi troviamo un aiuto immersivo molto utile per conoscere la storia della zona e dell’intera Roma, dalla sua nascita ad oggi. Mezz’ora in cui riscoprire la città , con occhi diversi.
Noi la consigliamo caldamente a tutti , una visita in un luogo a metà tra cinema e museo storico , situato proprio in questo Corso Vittorio Emanuele II; al numero 203. Qui potrete concedetevi 40 minuti per scoprire più di questa città, perché visitando “Welcome to Rome“, ne capirete sicuramente di più all’uscita di quanto vi circonda. Ma torniamo a Statue e curiosità a loro connesse, che solo in questo viale si concentrano gran parte di esse.
L’angelo Puntello
Una strada Corso Vittorio anzi, una vera “autostrada” dove sfrecciano bus ed auto a forte velocità, tra i vicoli. Ma alla sua origine, a 25 anni dall’unità si cominciò a voler dedicare in questa arteria e nei suoi limitrofi, statue a vari pensatori e fautori della novella Italia.
Andiamo con ordine: i luoghi.
Piazza S.Andrea della Valle insiste in un area dove, al tempo di Nerone, si consumavano banchetti , orge e battaglie navali, sulla sua nave ornata d’oro, in quel che un tempo era il lago di Agrippa.
Ma cadde l’impero e di quel lago rimase una depressione dove nel 700 sorse appunto, la chiesa .
Uno splendido esempio di barocco che sarebbe dovuto essere ornato ai lati da due angeli e qui nasce il fatto: Il primo suscitò immediatamente ilarità per la sua postura e quel foro creato dalle dita; Pasquino non mancò di descriverlo così: “Vorrei volare al pari d’un uccello … ma qui fui posto a fare da puntello!”
Alle critiche del popolino si aggiunse anche la critica del Papa, lo scultore non ne poté davvero più e si dice che rispose irriverente: “Al papa l’angelo non piace? E allora il secondo angelo…se lo facesse da solo!”.
(Ignoriamo se sia finito per questo sotto la scure di Mastro Titta), ma infatti, è impossibile non notare questa stranissima asimmetria: manca l’angelo dal lato destro!
All’inizio del 1900. proprio sotto il suddetto famoso “angelo puntello” (Piazza Vidoni), fu posta la statua di un filosofo-abate (Nicola Spedalieri).
Bastò poco tempo e fu subito notata per uno strano dito indice “sospeso” in avanti . Stavolta, i romani concentrarono i loro sberleffi associando questo dito indice con la mano del femmineo angelo-puntello, che invece fa un curioso “buco” con le dita… . Inutile dire che gli ingredienti c’erano tutti: argomento erotico in primis , riempiva gli argomenti nei caffè dell’intera Città
Anche, o forse soprattutto per questo, tale statua nel 1927 fu spostata a piazza Sforza e quella del Mamiani che preesisteva, a sua volta ancora più giù, a via degli Acciaioli, sul lato opposto di Corso Vittorio.
Altre Statue Itineranti :Pietro Cossa e le altre
il monumento in onore di Pietro Cossa, il poeta romano definito “l’ultimo evocatore paziente e talora grande dei fasti e delle miserie di Roma”. Liberale, anticlericale, laico e borghese, fu grande drammaturgo: tra le sue opere teatrali migliori possiamo menzionare “Nerone, “Messalina”, “Plauto e il suo secolo”, “Giuliano l’Apostata”, Cola di Rienzo, “I Borgia”.
Le ultime opere manifestarono palesemente il suo pensiero anticlericale e probabilmente questo fu il motivo che giustificò l’erezione del monumento inaugurato in piazza S.Elena, oggi Largo Arenula, il 27 settembre 1895, grazie al contributo degli italiani e del Comune di Roma.
Quel giorno il notaio Delfini consegnò ufficialmente alle autorità capitoline un Pietro Cossa di bronzo dell’altezza di 3 metri, opera di Adolfo Sanguinetti, raffigurato in severi abiti borghesi mentre porta una mano al cuore. Lo stabilimento Bastianelli, presso l’Istituto Romano di S.Michele a Ripa, aveva provveduto alla fusione dell’opera, mentre al basamento, elegante ed ornato con festoni e maschere teatrali, aveva dedicato il proprio lavoro l’architetto Bernich.
Esigenze urbanistiche seguite ai lavori degli anni Venti per il congiungimento di Via Arenula a Corso V.Emanuele II ,resero necessario lo spostamento del monumento in un prato all’interno del bastione cinquecentesco delle Mura Aureliana nel tratto compreso tra Port S.Paolo e Porta S.Sebastiano. Iluogo prescelto quale rifugio per altri relitti architettonici.
Soltanto nel 1962 l’Amministrazione capitolina trovò degna collocazione per il monumento, ovvero in piazza della Libertà, dove ancora oggi è situata , al centro di un piccolo giardino dinanzi a Ponte Regina Margheita . Dell’antica sede in largo Arenula oggi rimane soltanto una lastra metallica a copertura dello scavo, situata in prossimità dell’angolo con via Florida, nei pressi dell’edicola di giornali.
Dicevamo che dopo 25 anni dalla breccia di Porta Pia, fu ritenuto doveroso donare una statua a eroi e pensatori del calibro di Garibaldi, Cavour, Minghetti, senza tralasciare un drammaturgo come Pietro Cossa.
Per lui galeotto fu il progetto di demolizioni nell’area sacra di Torre Argentina, per l’allargamento delle Botteghe Oscure e l’allargamento verso Corso Vittorio, fu creduto opportuno spostare la medesima che si sarebbe venuta a trovare nel pieno delle carreggiate attuali.
Metastasio e gli altri spostamenti
Ma torniamo a quelle in Corso Vittorio; a Metastasio che oggi troneggia alla Chiesa Nuova, nel bel mezzo della Piazza , anche se passandoci in macchina, ci si fa poco caso.
Ebbene, anche questa è una statua itinerante, essendo stata concepita da Emilio Gallori ed inaugurata il 21 aprile 1886 in piazza S.Silvestro. Ma nel 1910, in concomitanza con la sistemazione degli slarghi previsti lungo la direttrice di corso Vittorio Emanuele II, la scultura fu spostata in piazza della Chiesa Nuova, non lontano dalla casa natale del poeta sita in via dei Cappellari n.30. Sempre in questa piazza nel 1920, dopo essere stata dimenticata per 25 anni nei magazzini comunali, rivedeva qui la luce la fontana della Terrina, un tempo al centro di Campo de Fiori, rimossa per sistemarci la Statua a Giordano Bruno.
Anche i musei migrano….
Alla fine dell’Ottocento maturava in Giovanni Barracco la decisione di donare la sua raccolta alla città di Roma. Nel 1902 il progetto si realizzava grazie alla concessione, da parte dell’Amministrazione capitolina, di un terreno edificabile nei pressi di San Giovanni dei Fiorentini “formante un piccolo isolato fra corso Vittorio Emanuele, via del Consolato e via Paola”.
Su questo terreno veniva edificato ed ultimato nel 1905 il primo Museo Barracco di Scultura Antica. Si trattava di un edificio di modeste dimensioni nello stile di un tempietto ionico, scelta ispirata dal Barracco e progetto di Gaetano Koch, uno degli architetti più noti dell’epoca e autore di alcune tra le principali opere di Roma capitale.
L’architetto e il collezionista, già collaboratori per il restauro della sede del Senato in Palazzo Madama, davano vita nel nuovo edificio ad un’opera originale sia nel panorama della città contemporanea che nella stessa produzione del Koch.
Variamente giudicato negli anni, il primo Museo Barracco costituisce oggi un’opera da rivalutare, inutilmente vittima di un Piano Regolatore, quello del 1931, che ne prevedeva la demolizione per il passaggio della strada che avrebbe congiunto Corso Vittorio al nuovo ponte Principe Amedeo.
A nulla valsero le opposizioni di molti, tra cui i discendenti del Barracco e dell’archeologo Ludovico Pollak, che tanto aveva fatto per la collezione e che del Museo era stato il primo direttore onorario. Nel 1938 il museo del Koch veniva sacrificato alle esigenze della nuova viabilità e gli elementi architettonici recuperati venivano trasferiti presso l’Antiquarium comunale.
Scompariva in questo modo un museo che aveva rappresentato un momento di modernità nel panorama romano, una realizzazione ispirata a criteri avanzati di museologia, soprattutto nella scelta di un’illuminazione pensata per esaltare le forme scultoree. Un luogo di studio accogliente, dotato di una scelta biblioteca e del primo impianto di riscaldamento mai realizzato in un museo italiano.
Oggi il museo trova posto in quella che viene chiamata “La piccola Farnesina”, ossia il palazzo DeRoy, anche esso subi profonde lacerazioni durante la costruzione di Corso Vittorio, ma rimane un buon esempio di adattamento che ne evitò la demolizione totale.
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Una passeggiata che si è tramutata in una continua meravigliosa scoperta. Grazie Roma!
Grazie Trastevereapp