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Corso Vittorio; statue itineranti

Statue Curiose ed Itineranti

S.Andrea della Valle, fascino Barocco

…Statue; Roma ne è piena, tra  grandi e piccole, famose o meno. Ci piace narrarvi gli aneddoti de L’angelo Puntello  a S.Andrea della Valle e con l’occasione, accennare alle Statue curiose ed itineranti  che nei limitrofi sono una costante. Ce ne sono di storie ed aneddoti da raccontare e stranamente, in una strada con poca storia; quel Corso Vittorio Emanuele II. Esso fu concepito dai neo reggenti Savoia, ispirati ai Boulevard Parigini al pari di via Cavour e Viale Trastevere (ai tempi Viale del Re…).

Il Contesto

Dante Paolocci per l’Illustrazione Italiana 1883, demolizioni a palazzetto Roy per corso vittorio
Piazza del Gesù, rabecciamenti delle facciate su via del Plebiscito per l’allargamento a Corso Vittorio , Dante Paolocci per l’Illustrazione Italiana
Demolizioni e ricostruzione a Palazzo Massimo per Corso Vittorio, Dante Paolocci per l’illustrazione Italiana 1883

Nelle foto successive, Corso vittorio all’altezza di piazza della chiesa nuova ; prima e durante gli sventramenti del 1884 .

La strada era stata immaginata per creare un collegamento rapido fra il centro monumentale e amministrativo della città (via del Corso e adiacenze) e i nuovi quartieri borghesi in costruzione, allora, oltre Tevere sui Prati di Castello.

Tagliando, con un percorso pressoché rettilineo, gli antichi rioni annidati nell’ansa del fiume. Molti vicoli e reticolato urbano fatto di case stratificate nei secoli, sono stati impietosamente rasi al suolo.

Certo il traffico oggi sarebbe stato impossibile senza questa arteria, ma la Roma ante unità italiana era tutta altra cosa come potete dedurre da le prossime immagini.

Chiesa Nuova Ante demolizioni per Corso Vittorio Emanuele II
Demolizioni alla Chiesa Nuova, per la realizzazione di Corso Vittorio Emanuele II
Edifici gia demoliti alla Chiesa Nuova
Piazza della chiesa nuova, sfilata di armi primi 900
Chiesa nuova 1959
Chiesa Nuova 1943
Demolizioni a Corso Vittorio dopo Chiesa Nuova
Piazza della chiesa Nuova ante gli sventramenti

Tutto ha dunque inizio a fine 800. Erano anni in cui la febbre del nuovo  ed i palazzinari Savoia, desiderosi di ripianare i loro debito con demolizioni e ricostruzioni, fecero scempio del tessuto urbano stratificato in vicoli e piazzette, nei tracciati suddetti.

Comunque della strada in se e degli interventi demolitivi ne parleremo più approfondito, in un post successivo.

Welcome to Rome

Proprio in questo grande viale, dalle ceneri dell’ex cinema Augustus, oggi troviamo un aiuto immersivo molto utile per conoscere la storia della zona e dell’intera Roma, dalla sua nascita ad oggi. Mezz’ora in cui riscoprire la città , con occhi diversi.

Welcome to Rome un viaggio immersivo in 2700 anni e più di storia del territorio, un ideazione di Paco Lanciano che rappresenta una novità assoluta per la divulgazione efficace di quel che c’è da sapere.

Noi la consigliamo caldamente a tutti , una visita in un luogo a metà tra cinema e museo storico , situato proprio in questo Corso Vittorio Emanuele II; al numero 203. Qui potrete concedetevi 40 minuti per scoprire più di questa città, perché visitando “Welcome to Rome“, ne capirete sicuramente di più all’uscita di quanto vi circonda. Ma torniamo a Statue e curiosità a loro connesse, che solo in questo viale si concentrano gran parte di esse.

L’inizio di Corso Vittorio Emanuele a Torre Argentina, gia sacridico’ s ariati edifici storici

 

Largo Argentina dopo i lavori per Corso Vittorio ma prima delle demolizioni del palazzo a sinistra 1908

L’angelo Puntello

L’angelo detto “puntello
Le terme in una ricostruzione attendibile, ricoprivano l’area tra Pantheon, sino al teatro di Pompeo

Una strada Corso Vittorio  anzi, una vera “autostrada” dove sfrecciano bus ed auto a forte velocità, tra i vicoli.  Ma alla sua origine,  a 25 anni dall’unità si cominciò a voler dedicare in questa arteria e nei suoi limitrofi, statue a vari pensatori e fautori della novella Italia.

Andiamo con ordine: i luoghi. 

Piazza S.Andrea della Valle insiste in un area dove,  al tempo di Nerone, si consumavano banchetti , orge e battaglie navali, sulla sua nave ornata d’oro, in quel che un tempo era il lago di Agrippa.

Ma cadde l’impero e di quel lago rimase una depressione dove nel 700 sorse appunto, la chiesa .

Anche la fontana antistante, è uno spostamento : proviene da Piazza Scossacavalli, nella spina di Borgo demolita.

Uno splendido esempio di barocco che sarebbe dovuto essere ornato ai lati da due angeli e qui nasce il fatto:  Il primo suscitò immediatamente ilarità per la sua postura e quel foro creato dalle dita; Pasquino non mancò di descriverlo così: “Vorrei volare al pari d’un uccello … ma qui fui posto a fare da puntello!”

Piazza S.Andrea della Valle prima delle demolizioni per Corso Vittorio 1860

Alle critiche del popolino si aggiunse anche la critica del Papa, lo scultore non ne poté davvero più e si dice che rispose irriverente: “Al papa l’angelo non piace? E allora il secondo angelo…se lo facesse da solo!”.
(Ignoriamo se sia finito per questo sotto la scure di Mastro Titta), ma  infatti, è impossibile non notare questa stranissima asimmetria: manca l’angelo dal lato destro!

L’evidente asimmetria inconcepibile nel codice barocco della chiesa

All’inizio del 1900. proprio sotto il suddetto famoso “angelo puntello” (Piazza Vidoni), fu posta la statua di un filosofo-abate (Nicola Spedalieri).

Piazza Vidoni quando ospitava la statua d Spedalieri

Bastò poco tempo e fu subito notata per uno strano dito indice “sospeso” in avanti . Stavolta, i romani concentrarono i loro sberleffi associando questo dito indice con la mano del femmineo angelo-puntello, che invece fa un curioso “buco” con le dita… . Inutile dire che gli ingredienti c’erano tutti: argomento erotico in primis , riempiva gli argomenti nei caffè dell’intera Città

S.Andrea con ancora il piazzale senza fontana, ma la statua si intravvede in piazza Vidoni
Rara immagine che Ritrae il Corso all’altezza di Piazza S.Andrea della Valle, con ancora gli edifici poi demoliti per Corso Rinascimento.

Anche, o forse soprattutto per questo, tale statua nel 1927 fu spostata a piazza Sforza e quella del Mamiani che preesisteva, a sua volta ancora più giù, a via degli Acciaioli, sul lato opposto di Corso Vittorio.

Piazza Sforza con la statua di Mamiani come era prima del cambio
Terenzo Mamiani, il luogo odierno dove fu spostata la statua, vicino piazza dell’oro

Altre Statue Itineranti :Pietro Cossa e le altre

il monumento in onore di Pietro Cossa, il poeta romano definito “l’ultimo evocatore paziente e talora grande dei fasti e delle miserie di Roma”. Liberale, anticlericale, laico e borghese, fu grande drammaturgo: tra le sue opere teatrali migliori possiamo menzionare “Nerone, “Messalina”, “Plauto e il suo secolo”, “Giuliano l’Apostata”, Cola di Rienzo, “I Borgia”.

Pietro Cossa a Largo Arenula

Le ultime opere manifestarono palesemente il suo pensiero anticlericale e probabilmente questo fu il motivo che giustificò l’erezione del monumento inaugurato in piazza S.Elena, oggi Largo Arenula, il 27 settembre 1895, grazie al contributo degli italiani e del Comune di Roma.

Quel giorno il notaio Delfini consegnò ufficialmente alle autorità capitoline un Pietro Cossa di bronzo dell’altezza di 3 metri, opera di Adolfo Sanguinetti, raffigurato in severi abiti borghesi mentre porta una mano al cuore. Lo stabilimento Bastianelli, presso l’Istituto Romano di S.Michele a Ripa, aveva provveduto alla fusione dell’opera, mentre al basamento, elegante ed ornato con festoni e maschere teatrali, aveva dedicato il proprio lavoro l’architetto Bernich.

Esigenze urbanistiche seguite ai lavori degli anni Venti per il congiungimento di Via Arenula a Corso V.Emanuele II ,resero necessario lo spostamento del monumento in un prato all’interno del bastione cinquecentesco delle Mura Aureliana nel tratto compreso tra Port S.Paolo e Porta S.Sebastiano.  Iluogo prescelto quale rifugio per altri relitti architettonici.

Soltanto nel 1962 l’Amministrazione capitolina trovò degna collocazione per il monumento, ovvero in piazza della Libertà, dove ancora oggi è situata , al centro di un piccolo giardino dinanzi a Ponte Regina Margheita . Dell’antica sede in largo Arenula oggi rimane soltanto una lastra metallica a copertura dello scavo, situata in prossimità dell’angolo con via Florida, nei pressi dell’edicola di giornali.

Inaugurazione della statua di Pietro Cossa a largo Arenula
Piazza S.Elena oggi Largo Arenula, i palazzi al centro non esistono più, al loro posto quella che viene comunemente denominata “area sacra della Torre Argentina
Questo era il progetto dell’edificio che avrebbe sostituito i demolendi in largo Torre Argentina

 Dicevamo che dopo 25 anni dalla breccia di Porta Pia, fu ritenuto doveroso donare una statua a eroi e pensatori del calibro di Garibaldi, Cavour, Minghetti, senza tralasciare un drammaturgo come Pietro Cossa.

Tram a Largo Argentina prima delle demolizioni

Per lui galeotto fu il progetto di demolizioni nell’area sacra di Torre Argentina, per l’allargamento delle Botteghe Oscure e l’allargamento verso Corso Vittorio, fu creduto opportuno spostare la medesima che si sarebbe venuta a trovare nel pieno delle carreggiate attuali.

1928, transenne e demolizioni a Largo Torre Argentina
Cartolina centenaria con a destra gli edifici demoliti.
A seguito delle demolizioni e del boom del traffico, altre statue si sono poste in zona, quelle dei direttori di orchestra del traffico, in Largo Argentina c’era una delle figure più gettonate per i regali dell’epifania romana
Un pellegrinaggio di sposi abruzzesi in visita alla capitale inizio 900
Altra perduta immagine , degli edifici a largo Argentina ante demolizioni.
Demolizioni a Torre Argentina, con l’occasione la statua di Cossa fu spostata nelle mura tra post S.Paolo e Porta S. Sebastiano
La Statua oggi praticamente nell’oblio del fogliame di un giardino incolto

Metastasio e gli altri spostamenti

Metastasio, nel bel mezzo della piazza Chiesa Nuova, accanto ad altri reperti (La terrina) anche essi vittime di spostamenti

Ma torniamo a quelle in Corso Vittorio; a  Metastasio che oggi troneggia alla Chiesa Nuova, nel bel mezzo della Piazza , anche se passandoci in macchina, ci si fa poco  caso.

Gli edifici sulla sinistra che dividevano la piazza da piazza S.Claudio vennero demoliti, la statua traslata poi alla chiesa nuova
Metastasio a Piazza S.Silvestro
Inaugurazione a campo de Fiori della Statua di Giordano Bruno, la terrina che era al suo posto verrà traslata alla chiesa nuova.
La statua di Metastasio quando trionfava a piazza S.Silvestro
La statua di Metastasio subito dopo il suo riposizionamento

Ebbene, anche questa è una statua itinerante, essendo stata concepita da Emilio Gallori ed inaugurata il 21 aprile 1886 in piazza S.Silvestro. Ma nel 1910, in concomitanza con la sistemazione degli slarghi previsti lungo la direttrice di corso Vittorio Emanuele II, la scultura fu spostata in piazza della Chiesa Nuova, non lontano dalla casa natale del poeta sita in via dei Cappellari n.30. Sempre in questa piazza nel 1920, dopo essere stata dimenticata per 25 anni nei magazzini comunali, rivedeva qui la luce la fontana della Terrina, un tempo al centro di Campo de Fiori, rimossa per sistemarci la Statua a Giordano Bruno.

fontana terrina corso vittorio
La fontana della Terrina riposizionata alla chiesa nuova..

Anche i musei migrano….

Alla fine dell’Ottocento maturava in Giovanni Barracco la decisione di donare la sua raccolta alla città di Roma. Nel 1902 il progetto si realizzava grazie alla concessione, da parte dell’Amministrazione capitolina, di un terreno edificabile nei pressi di San Giovanni dei Fiorentini “formante un piccolo isolato fra corso Vittorio Emanuele, via del Consolato e via Paola”.

Su questo terreno veniva edificato ed ultimato nel 1905 il primo Museo Barracco di Scultura Antica. Si trattava di un edificio di modeste dimensioni nello stile di un tempietto ionico, scelta ispirata dal Barracco e progetto di Gaetano Koch, uno degli architetti più noti dell’epoca e autore di alcune tra le principali opere di Roma capitale.

Lo scomparso Museo Barracco ai fiorentini

L’architetto e il collezionista, già collaboratori per il restauro della sede del Senato in Palazzo Madama, davano vita nel nuovo edificio ad un’opera originale sia nel panorama della città contemporanea che nella stessa produzione del Koch.

Variamente giudicato negli anni, il primo Museo Barracco costituisce oggi un’opera da rivalutare, inutilmente vittima di un Piano Regolatore, quello del 1931, che ne prevedeva la demolizione per il passaggio della strada che avrebbe congiunto Corso Vittorio al nuovo ponte Principe Amedeo.

Lavori per Corso Vittorio, Palazzo De Roy viene amputato di una cospicua porzione, ma verrà ripristinata la facciata in strada il più simile alloriginale
La statua del Minghetti , primo 900

A nulla valsero le opposizioni di molti, tra cui i discendenti del Barracco e dell’archeologo Ludovico Pollak, che tanto aveva fatto per la collezione e che del Museo era stato il primo direttore onorario. Nel 1938 il museo del Koch veniva sacrificato alle esigenze della nuova viabilità e gli elementi architettonici recuperati venivano trasferiti presso l’Antiquarium comunale.

Corso Vittorio a Palazzo Braschi primi 900, si vede a destra la statua del Minghetti
La piccola Farnesina ai Baullari (palazzetto De Roy), dopo gli interventi di adattamento al Corso primi 900
Sampietrini e binari del tram, ecco Corso Vittorio di fine 800
Statua di Minghetti, nella piazza di fine 800
Dall’illustrazione italiana un disegno di Dante Paolocci

Scompariva in questo modo un museo che aveva rappresentato un momento di modernità nel panorama romano, una realizzazione ispirata a criteri avanzati di museologia, soprattutto nella scelta di un’illuminazione pensata per esaltare le forme scultoree. Un luogo di studio accogliente, dotato di una scelta biblioteca e del primo impianto di riscaldamento mai realizzato in un museo italiano.

Oggi il museo trova posto in quella che viene chiamata “La piccola Farnesina”, ossia il palazzo DeRoy, anche esso subi profonde lacerazioni durante la costruzione di Corso Vittorio, ma rimane un buon esempio di adattamento che ne evitò la demolizione totale.

Immagini collegate:

2 commenti

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